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"Il prato non è altro che un campo di sofferenza. Ogni secondo in quel bel verde qualche creatura muore, le formiche mangiano i lombrichi vivi, gli uccelli in alto stanno in agguato, aspettando di scorgere una donnola o un topo. Vedi quel gatto nero immobile nell'erba? Aspetta soltanto che gli capiti l'occasione di uccidere. Questo rispetto ingenuo per la natura mi ripugna. Pensi che una cerva nelle fauci della tigre provi meno terrore di quanto ne proveresti tu? Il motivo per cui la gente si è inventata che un animale non può soffrire quanto un uomo è che altrimenti non potrebbe sopportare la consapevolezza di essere circondata da una natura che è orrore e nient'altro che orrore".
Fantastico, un po' fortino ma fantastico: Milan Kundera in "L'immortalita" 1990
3 commenti so far
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La cinicità Machiavellica della natura è paurosa e, al contempo, paurosamente funzionale alla conservazione delle specie. Se oggi siamo qui a scrivere nei blog è perché innumerevoli esseri prima di noi, milioni di anni fa, hanno partecipato alla lotta del più forte. E noi, che ci piaccia o no, siamo il risultato dei “migliori”.
Commento di uno qualunque maggio 10, 2006 @ 9:54 amIn questo senso, e in pochi altri, sono contento di essere uomo e avere un Etica (letteralmente) sopra-naturale: pensare che chi non è nato con le gambe per correre sufficientemente forte debba aver il diritto di sguazzare in questo pentolone sociale senza discriminazioni.
Quoto in pieno quello che hai detto e aggiungo che ho riportato questo testo perchè non mi era mai capitato di leggere un tale commento sulla natura e non mi dilungo in cose che sappiamo.
Commento di zedla maggio 10, 2006 @ 11:12 amInoltre dico che amo credere che soltanto chi ha le capacità può farcela, i fatti ci dimostrano spesso il contrario ma è anche vero che prima o poi anche chi ha solo fortuna o è stato spinto..cade rovinosamente, per la gioia (perdonate anche il mio cinismo) di chi invece combatte e ha scarsi risultati. Intervengono innumerevoli varianti esterne a vincolare il risultato che non è sempre proporzionale allo sforzo impiegato. E questo vale anche per chi non si sforza per niente e ottiene molto. Tutto questo è diventato molto chiaro nella mia mente dopo la laurea…e allora non mi resta che tirare fuori le unghie se voglio sopravvivere e non lasciarmi vivere. Mi chiedo se si debba diventare per forza cattivi per poter sguazzare, mi chiedo se in questo modo poi diventerò io lo stronzo che solo perchè non hai le gambe buone per correre ti elimina in partenza. Se mai un giorno sarò davvero forte non voglio dimenticarmi di quando lo ero meno…Viva la savana!
Secondo me la forza è la piena coscienza della propria debolezza. Se sei arrivata ad essere forte in questo modo, allora non dimenticherai chi incespica ancora. Altrimenti si tratta di banale aggressività.
Commento di Uno qualunque o, che è lo stesso, teo maggio 10, 2006 @ 11:42 am